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Kramer vs Kramer!

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giovedì 2 luglio 2015

Articolo di www.corriere.it

 Meryl Streep, il “diavolo” ha 66 anni Dalle trasformazioni camaleontiche alla passione per gli stilisti italiani
L’attrice è anche impegnata nelle battaglie perla parità dei diritti e ha fondato un laboratorio di sceneggiatura per donne over 40


Strega? Anche. Sì, alla fine, anche strega. La regina degli Oscar Meryl Streep ha più volte, negli anni, denunciato che Hollywood, non appena una sua “figlia” superi gli Anta, inizia a proporle ruoli rugosi. E ha dimostrato ancora una volta che un’attrice, la più brava attrice del mondo secondo la critica, buca lo schermo senza nascondere i suoi anni (anzi), senza calcare la mano con il bisturi. Il look? Sofisticato come una diabolica dominatrice della moda, dimesso, rigido, clericale, da hippie stagionata con treccine e collanine. Tutto cambia, nulla cambia. La classe non è acqua, sempre un passo avanti.

La strega solo dopo i 65 anni
«Sa quante volte e mi hanno offerto il ruolo della strega quando ho compiuto 40 anni? Tre. Improvvisamente erano scomparse tutte le parti di donne desiderabili. Restavano solo le streghe», ha raccontato che si era sempre rifiutata. Fino ai 65 anni. Poi è arrivata anche la strega Meryl, per il musical «Into the Woods», che le è valso la 19esima nomination all’Oscar, confermandola nel record. Nessuna attrice della storia ha ricevuto tante candidature agli Oscar quante Meryl Streep, che di statuette ne ha vinte tre: due come migliore attrice protagonista («La scelta di Sophie» e «The Iron Lady») e una come attrice non protagonista («Kramer contro Kramer»). Operaria sindacalista (Silkwood») o aristocratica avventuriera («La mia Africa»), cuoca svampita («Julie & Julia») o editrice letteraria omosessuale («The Hours»), bigotta madre superiora («Il dubbio») o dimessa casalinga («I ponti di Madison County»), Meryl Streep non ha sbagliato un colpo. Per questo può permettersi di alzare la voce, e salire sul palco anche nella vita per le sue battaglie. L’ultima, quella a cui tiene di più? Parità di salario, anche nel mondo del cinema, che invece prevede due ordini di grandezza: sei uomo, guadagni tale cifra, sei donna, tutta un’altra storia.
Laboratorio di sceneggiatura per donne over 40
È proprio ora di smetterla di pensare che le donne non vogliono e non sanno parlare di denaro. E l’aria cambia a partire da una star, che nel bel mezzo del più ambito dei party delle celebrities, con tanto di abito lungo, si alza in piedi, assieme a Jennifer Lopez, e si esalta per il discorso di Patricia Arquette alla consegna degli Oscar 2015. Non una trovata del momento. Meryl Streep ha creato il primo laboratorio di sceneggiatura per donne sopra i 40 anni, offrendo personalmente i fondi necessari per il suo lancio, e già nel 2012, al premio Crystal di Women in Film, spinse i filmaker a realizzare più pellicole indirizzate alle donne, sostenendo che film come «Le amiche della sposa», «Mamma mia!» e «Il diavolo veste Prada» sono buoni solo a fare cassetta. Cassa ricca per i film con Meryl: una cifra come 40 milioni di dollari a film. Tutta l’autorevolezza, anche economica, per parlare di denaro.
«Parità tra uomo e donna»
Eccola, ora che di anni ne ha compiuti 66, inviare una lettera ai membri del Congresso americano perché s’impegnino a ratificare nella Costituzione americana (e rendere così effettivo in tutti gli Stati americani) l’Equal Rights Amendment, l’emendamento per l’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, in tutti i campi. «Vi scrivo per chiedervi di difendere i diritti di vostra madre, di vostra figlia, di vostra sorella, o moglie di voi stesse, e di supportare attivamente l’Equal Rights Amendment», scrive la Streep nella lettera. E aggiunge: «Un’intera nuova generazione di donne e di ragazze chiede uguaglianza, di paga, di protezione dagli abusi sessuali, di uguali».
Le battaglie da femminista
Che sia entrata troppo nella parte dell’ultimo film in cui interpreta una suffragetta? «Abbiamo visto tanti film sui diritti civili, ma non abbiamo mai visto questa storia sullo schermo. Parla degli eventi del 1912 a Londra, io sono Emmeline Pankhurst che ha spinto donne rispettabili come lei a prendere a mattonate le finestre di Oxford Street. Erano 40 anni che ogni anno presentavano atti a favore delle donne in parlamento e non era mai successo niente, e finalmente, solo in quel modo, sono riuscite ad avere l’attenzione dei parlamentari», ha detto. Non è la prima volta che l’attrice faccia la femminista. Già a proposito di Margaret Thatcher, che le ha procurato il terzo Oscar, aveva detto: «Avrebbe gridato e scalciato sulla via dell’altare delle femministe, ma era una femminista, che le piaccia o meno. Quando ero piccola le donne potevano aspirare al massimo a fare le infermiere o le insegnanti, ed è grazie a lei se la situazione è cambiata».
Le trasformazioni della star
Nel mezzo, tra le trasformazioni camaleontiche di Meryl Streep, prima della suffragetta, prima della strega, prima dei tailleur, ci sono stati grembiuli e scollature generose, abiti d’epoca, sai, sahariane, salopette. Eh già, è stata proprio Meryl Streep a sdoganare la salopette, restituendole potere seduttivo. Ricordate uno dei balli di Donna sull’isoletta greca? La protagonista di «Mamma mia!» indossava proprio una salopette. Così come sullo schermo, anche negli scatti più o meno ufficiali, Meryl Streep ha alternato con disinvoltura tailleur e gonne al ginocchio a abiti lunghi, fasciati, scollati, da matrona, da vecchia signora… look dimessi, occhialini da intellettuale e da figlia dei fiori. Perché se il femminismo è libertà, la libertà è anche vestirsi come ci pare, quando ci pare. Niente di imposto, neanche dall’età. Con la libertà, al tempo stesso, di potere esprimere la propria età, senza nascondigli. Con autonomia, anche economica.
Il debole per gli stilisti italiani
Perché all’attrice femminista piace la moda, e ha un debole per gli stilisti italiani: Salvatore Ferragamo, scelto per le premiere londinese e parigina di «The Iron Lady»; Dolce & Gabbana (alla trasmissione «Good morning America» ha sfoggiato la borsa in pelle Sicily) e Alberta Ferretti, indossata all’incontro in cui il presidente Barack Obama le ha consegnato – guarda caso – la Medal of Freedom, nel 2014. «Non mi interessa il mondo della moda come specchio del trend glamour o di un universo di lusso, ma mi sono laureata a Yale con una tesi in “costume design” e credo che lo stile, gli abiti, il gusto siano una profonda e personale espressione dell’ essere umano». Lo ha detto mentre sul grande schermo interpretava Miranda Priesley, la direttrice della rivista che impone le tendenze del vestire e del vivere. Un’elegantona diabolica di cui però Meryl ha detto: «Certo, Miranda è il personaggio più antipatico che ho interpretato. Eppure, vivendolo, ho scoperto di poter amare le sue segrete malinconie, il suo indiscutibile talento».
Miranda e il maglione ceruleo
Quanto conta in tutto questo la moda? Se avete ancora dubbi vi ricordiamo il discorso cult della protagonista del «Diavolo veste Prada»: «Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te, tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito, per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapisil, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar De La Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee, e poi è stato Yves Saint Laurent, se non sbaglio, a proporre delle giacche militari di color ceruleo, e poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti, dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual dove tu, evidentemente, l’hai pescato nel cesto delle occasioni. Tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari ed innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda: quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalla persona qui presente in mezzo ad una pila di roba! »

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